"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 30 maggio 2011

Imprese in marcia … gattopardescamente?

di
Francesco Zanotti

In due diversi momenti ravvicinati si è manifestata la voglia di reazione del mondo imprenditoriale.
Mi lasciate dire senza scandalizzarvi che rischia di chiedere un cambiamento solo gattopardesco? Inconsciamente gattopardesco, ma ugualmente cercato perché nulla di fondamentale cambi.
Imprese in marcia ..del tipo: armiamoci e partite! E chi deve partire è lo Stato e la Ripresa. Piccola battuta: per sollecitare lo Stato si può fare una marcia. Per sollecitare la ripresa, forse occorrerebbe alzare lo sguardo al Cielo …

Spero che appena letta questa tesi, il lettore imprenditore non decida di non proseguire, ma provi ad ascoltare le mie ragioni e controbattere … se lo farà scoprirà che la mia tesi non è proprio da buttare. Anzi forse indica una strada da percorrere …

venerdì 20 maggio 2011

Intervista Dott. Fabrizio Guelpa Responsabile Ufficio Industry & Banking Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo


Certamente non viviamo in un periodo di florido sviluppo: continuiamo a dibatterci in una crisi della quale non riusciamo a vedere una fine definitiva. Quando sembra di essere sulla via di un suo superamento, ecco essa che si ripresenta in forma diversa. Per riuscire a risolvere questa situazione di impasse, anche nell’ultima Assemblea di Confindustria, si chiedono le “riforme”.
Noi siamo scettici verso questa soluzione. Innanzitutto per amore di una società libera, sostenuta e nutrita dall’iniziativa privata, personale o di gruppo, ma dal basso. E’ l’impresa che deve generare risorse per “sistemare” il sistema Paese. Se si cerca di fare il contrario (occorre prima sistemare il sistema paese se no  l’impresa non produce ricchezza) si propone, in pratica, una società collettivista dove forse esiste ancora la proprietà privata, ma l’iniziativa, la generazione di sviluppo è appannaggio, dovere dello Stato.
Ma siamo anche scettici verso i tempi. Le riforme non arrivano e, per arrivare all’osso dei problemi, le imprese hanno sempre più difficoltà a pagare stipendi, fornitori e debiti.
Noi pensiamo che debba partire una nuove ed intensa iniziativa dal basso. Che occorra qualche idea nuova per rilanciare dal basso (quindi: subito) lo sviluppo. A noi sembra che un' idea, una nuova iniziativa sia quella di riprogettare il rapporto tra banca ed impresa. Questa riprogettazione dovrebbe portare ad un rilancio dell’azione imprenditoriale. In modo che il nostro sistema imprenditoriale rinasca “più bello e forte di pria”.
Ovvio che non abbiamo una ricetta precostituita. Abbiamo, però, la “voglia” di scoprire una strada praticabile per rilanciare il nostro sistema imprenditoriale per costruire una nuova alleanza di sviluppo tra banca ed impresa. Per scoprire questa strada abbiamo avviato una ricerca progettuale che ha già coinvolto molti imprenditori, grandi a piccoli. Che vogliamo estendere alle banche ed alle organizzazioni sindacali.

Ecco queste sono le ragioni che ci hanno spinto a lanciare la nostra iniziativa.
Sul fronte bancario abbiamo iniziato da San Paolo Intesa nella persona del Dott. Fabrizio Guelpa.

lunedì 9 maggio 2011

Dopo Bergamo: un futuro di imprenditorialità aumentata

di
Francesco Zanotti


I giornali, Sole 24 ore in testa, hanno dato resoconti molto dettagliati dell’Assise di Confindustria del 7 maggio 2011 a Bergamo.
E’ stata una assise molto partecipata e carica di una nuova volontà di protagonismo e riscatto. Noi pensiamo di avere una proposta precisa per poter rendere feconda questo forte impegno imprenditoriale.

E’ una proposta che non chiama in causa il Governo, che prescinde da ogni riforma. Chiama in causa la conoscenza. Infatti è fondata su nuove metodologie e strumenti per costruire un nuovo dialogo costruttivo tra banca ed impresa. Ha come obiettivo, per questo dialogo, il costruire una nuova “imprenditorialità aumentata”.

lunedì 2 maggio 2011

Il lavoro e Bin Laden.


di
Francesco Zanotti

Che strana società la nostra … festeggiamo il lavoro senza lavorare e il Presidente della nuova America pensa che il futuro lo si costruisca uccidendo un uomo ed esponendone il corpo …

Festeggiare il lavoro senza lavorare significa considerare il lavoro un momento di fatica e sfruttamento. E considerare che i momenti di autorealizzazione possono esistere solo fuori dal lavoro. Oggi il lavoro non è più così e lo deve essere sempre meno. Meglio: il lavoro è stabile quando è passione, creatività, orgoglio. Le migliori imprese stanno cercando faticosamente di andare in questa direzione. Faticosamente significa che sentono la difficoltà culturale (ma l’imperativo competitivo) di abbandonare una concezione puramente “industriale” ottocentesca del lavoro. Le imprese: sia le dirigenze che i lavoratori …
Passione, creatività, orgoglio nell’ innovare e nel produrre. Ma anche, ad esempio, nel costruire sicurezza.
La sicurezza non è solo tecnologia e investimenti. Questi sono necessari, ma non sono sufficienti. L’obiettivo “incidenti zero” lo si costruisce solo con la passione, condivisa per la sicurezza. Aggiungendo ai controlli un processo di costruzione di una Comunità che costruisce sicurezza.