"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

sabato 29 ottobre 2011

Ha “ragione” Bini Smaghi …

di
Francesco Zanotti

Continua il tormentone di Bini Smaghi: lui resiste e gli altri spingono perché molli.
Forse più spingono più egli vede questo spingere come una violenza che lo costringe ad uscire dal giro che conta. E, come accade per ogni “torto”, egli chiede che questo torto venga risarcito: prima mi date un altro posto poi mi dimetto.

Vogliamo avere il coraggio di affermare che Bini Smaghi ha tutte le ragioni del mondo … Almeno all’interno di questo mondo?

Per “stare dalla parte” di Bini Smaghi guardiamo alle altre nomine appena fatte: dalla Popolare di Milano, alla Banca d’Italia.



L’ipotesi di partenza è che le poltrone per le quali nominare le persone siano luoghi di potere e di gestione. In alcuni casi, più banalmente, luoghi che danno diritto a prebende o sono occasioni di auto rappresentazione. Allora è “naturale” che le nomine siano guidate da coalizioni che si confrontano per conquistare questo potere. Ed è altrettanto naturale che le qualifiche del candidato sono un’arma competitiva. Quali qualifiche? Ma quelle che si generano facendo parte da tempo del valzer delle poltrone: come fa una coalizione a vincere presentando uno sconosciuto?
Così si forma il fenomeno di auto perpetuazione di una classe di “amministratori” che hanno come unico obiettivo quello di giocare nel walzer delle nomine per arrivare più in alto possibile.

Questi comportamenti non devono essere valutati con il metro dell’etica. Non sono da condannare perché sono la stretta ed inevitabile conseguenza dell’aver scelto di considerare le poltrone come  luogo di potere e di gestione.

Per cambiare basterebbe considerare le poltrone come luogo di progetto. Come il posto dove si formulano e si guidano grandi progetti di cambiamento. Allora le persone andrebbero valutate in base alla loro capacità di far emergere e realizzare nuovi progetti.

Cosa serve oggi? Conservare l’esistente? Bene, allora ha ragione Bini Smaghi: perché si vuole buttare fuori proprio lui dalla congregazione degli Amministratori di alto livello? Serve, invece, ricostruire una nuova società? Allora non serve nessuno di coloro che fino ad oggi hanno fatto parte della pur benemerita congregazione degli Amministratori “importanti”.

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