"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

sabato 11 febbraio 2012

Fage Dairy, la politica e una via semplicissima allo sviluppo


di
Francesco Zanotti

Parliamo di Grecia. In questo Paese, da un lato, la classe politica si sta dibattendo tra scelte che sembrano le une più disastrose delle altre. Dall’altro S&P ha alzato il rating di Fage Dairy industries, azienda greca che sta diminuendo i debiti grazie all’aumento della sua capacità di produrre cassa.
Prima di parlare della via semplicissima allo sviluppo che ho in mente guardiamo ad altre classi  politiche e ad altre imprese.
Tutte le classi politiche di tutti i Paesi, sia che optino per politiche economiche di destra o di sinistra oppure (in molti casi è così) ondivaghe, non stanno risolvendo la crisi. Forse (ma occorre vedere il prossimo futuro) qualcuno riesce a stare meglio a spese degli altri (la Germania), ma sono ottimizzazioni locali che rischiano di danneggiare il sistema complessivo.
Molte altre imprese stanno aumentando la propria capacità di produrre cassa. Apple in testa.

Conclusione?
Le politiche economiche (di destra, di sinistra ed a metà strada) stanno cercando di stiracchiare una coperta troppo corta. Chi sta a sinistra vuol coprire alcuni scoprendo altri, chi sta a destra vuole fare l’esatto opposto. In questo tira e molla la coperta del benessere e della solidarietà sociale si restringe sempre di più e non può che finire per rompersi.
Contemporaneamente aziende come Fage Dairy prosperano a vantaggio dei loro dipendenti, dei clienti, dello Stato e ditutti gli altri stakeholders.

Allora è inevitabile pensare ad una politica economica radicalmente diversa: facciamo in modo che in ogni Paese fioriscano mille Fage Dairy. Cioè allarghiamo la coperta delle risorse generate. Così acquisiremo risorse per aumentare la qualità della vita individuale, dello Stato Sociale e di quant’altro vorremmo.

Più facile a dirsi che a farsi? No! Più facile a farsi che convincere le attuali classi politiche ad usare parte del tempo che impiegano a combattere per acquisire nuove conoscenze.
Sì perché il problema sta proprio nella conoscenza. Oggi sono disponibili conoscenze e metodologie di valutazione e progettualità strategica che, fornite ad imprese e banche, potrebbero permettere una nuova alleanza tra banche ed imprenditoria per rivoluzionare il nostro sistema industriale ed economico aumentando la sua capacità di produrre valore.
Allora la nuova via allo sviluppo che propongo è proprio quella di diffondere queste conoscenze e metodologie capaci di generare nuove risorse e piantarla di combattere sterili battaglie per dividersi quelle esistenti.
Le classi politiche si impegnino a saper almeno che esistono queste conoscenze e a fare progetti per poterle diffondere. Mi sto riferendo anche alle classi dirigenti “tecniche” che oggi sono al Governo? Sì!

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