"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

giovedì 8 marzo 2012

S&P: serve a qualcosa o serve qualcuno?


Avevo già scritto il 7 Febbraio della emissione obbligazionaria di Enel.
Debiti per rinnovare debiti (parole dell'A.D. Conti nel suo video di presentazione ai risparmiatori), nessun piano industriale, o meglio quello che c'è è reso obsoleto dall'annuncio del nuovo che, guarda caso, sarà reso disponibile dopo la chiusura dell'operazione (sempre informazioni di Conti rilasciate nel su citato video).
Adesso si aggiunge un altro elemento di riflessione sulla vicenda. Questa volta da parte di un "titolato" terzo: Standard  and Poor's.
Sul Sole24ore dell' 8 Marzo viene annunciata l'intenzione della prestigiosa agenzia di declassare il rating dell'azienda da A- alla classe sottostante. 
E' una informazione importante, lo scopo di queste agenzie è proprio quello di fornire agli investitori, che vogliono prendere decisioni d'investimento con maggiori informazioni, dati di "market intelligence" nella forma di rating di credito, indici, ricerche di investimento, valutazioni di rischio e soluzioni. (dal sito S&P ).
La domanda è: perchè questa informazione salta fuori proprio adesso che si è chiusa l'offerta obbligazionaria?

Già non era disponibile un piano aggiornato, pur sbandierato dai vari spot, almeno questo poteva essere un utile parametro per investitori che vogliono prendere decisioni d'investimento con maggiori informazioni. 

Forse i risparmiatori privati sono di serie B? O forse sono considerati di serie A in quanto la sanno molto più lunga dei piani industriali e dei rating?
Tra l'altro non mi pare che dal 13 Febbraio, data di chiusura anticipata dell'offerta, ad oggi il mondo, ed Enel in particolare, abbia subito cambiamenti così drastici da impedire a S&P di esprimere questa sua intenzione un mese fa, proprio in coincidenza di una "chiamata" ai risparmiatori.
Qualcuno diceva "pensar male è peccato ma spesso ci si azzecca". Dobbiamo pensar male? E' così che Standard and Poor's, come le altre agenzie di rating, si arricchisce? Con i rating sorprendentemente ad "orologeria"?
Ma un altro dettaglio pone interrogativi ancora più profondi.
Prima di dichiarare le sue intenzioni S&P non poteva almeno vedere il contenuto del nuovo piano industriale, che deve essere ancora ufficialmente presentato? 
Due risposte possibili: o aveva già avuto accesso ad esso, ma allora perchè questo privilegio, oppure ritiene che il piano industriale sia un atto burocratico senza alcun valore di intenzione dell'azienda. Schiaffo all'Enel (fate pure i vostri piani tanto non servono a nulla, il vostro destino è segnato) oppure quelli di S&P ritengono di saperla più lunga di tutti quanti su questo pianeta.
Ma forse la realtà è molto più banale.
Ognuno va per la sua strada. Il sistema economico e finanziario è talmente autoriferito che ogni attore non bada agli altri. Un sistema globale che ha perso di senso, come questi eventi dimostrano, anche per i partecipanti.
Allora si può concludere che S&P non serve a niente, qualche dubbio rimane su fatto che possa servire qualcuno... ma con scarsa efficacia.

Luciano Martinoli
l.martinoli@cse-crescendo.com 

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