"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

domenica 13 maggio 2012

Consulenza e spending review … Tocca a noi rinnovarci


di
Francesco Zanotti

Leggo sul Sole 24 Ore di un paio di giorni fa un articolo sulla consulenza e sulla spending review con riportate le opinioni di Ezio Lattanzio, Presidente di Assoconsult.
Sono d’accordo che sarebbe scioccherello tagliare le consulenze con accettate indiscriminate. Sono ovviamente d’accordo (faccio il consulente di direzione da sempre) sull’utilità della consulenza.
Ma, credo, che per affermare il ruolo della consulenza, occorra che la stessa faccia un grande salto in avanti. Provo ad individuarne le direzioni ed ad avanzare una proposta.
La prima è quella della ricerca. Occorre che la consulenza italiana diventi protagonista nello sviluppo delle necessarie nuove conoscenze strategico-organizzative e del ruolo della consulenza stessa.
Il richiamo alla ricerca non è generico. E’ necessario un grande sforzo di ricerca perché le attuali (intendo riferirmi a quelle più avanzate) conoscenze strategico-organizzative e modalità di consulenza sono troppo primitive. Credo che la storia e la cultura italiana (di quel popolo capace di costruire Rinascimenti) possa diventare risorsa preziosa per un radicale rinnovamento della cultura strategico-organizzativa.
Ovviamente questo comporta che si decida di non cercare vie di fuga alla responsabilità di creare conoscenza cercando di imitare i modelli oramai asfittici della consulenza internazionale.
Per fare ricerca occorre che la consulenza italiana sia aggiornata sullo stato dell’arte non solo della conoscenza strategica organizzativa, ma anche di conoscenze complementari e metaconoscenze. Per conoscenze complementari mi riferisco a psicologia, sociologia, antropologia ed a tutte le scienze umane. Ad esempio, una seria riflessione sul pensiero di Luhmann porterebbe a immaginare una rivoluzione nella comprensione dei processi relazionali di una impresa al suo interno e con l’ambiente esterno. Per metaconoscenza intendo tutti i nuovi modelli e le nuove metafore che vengono proposte dalle nuove scienze della natura che stanno influenzando anche lo sviluppo delle scienze umane. Per esempio: la fisica quantistica che porta a rivoluzionare, ad esempio, una visione costruttiva del mercato ed a comprendere più profondamente il ruolo dell’imprenditore. Ma anche la biologia che ha fornito a Luhmann la metafora dei sistemi auto-poietici per costruire una radicalmente nuova teoria della comunicazione.

Diventando protagonisti della produzione di nuova conoscenza, si diventa protagonisti dei mercati, non solo italiani, ma, soprattutto internazionali. E non ci si limita alle PMI ed alla PA.
Io credo che se, da un lato, è importante fornire supporti conoscitivi (ma non quelli esistenti) sia alle PMI che alla PA, molto spesso, invece, si guarda a questi mercati perché si pensa siano più facili, perché  dispongono di meno conoscenze e confronti della grande impresa internazionalizzata.
Se si diventa protagonisti dei mercati internazionali e si servono le grandi imprese internazionali, si può guardare alla PA con serenità. Se vuole fare da sola, faccia. Non ne abbiamo bisogno per sopravvivere. Se vuole usare conoscenze e metodologie avanzate strategico-organizzative, allora si rivolgerà a noi. Ma non dovremo essere noi a bussare alle porte della PA.
Per camminare in questa direzione, propongo di attivare socialmente un grande programma di ricerca che sintetizzi lo stato dell’arte a livello internazionale della cultura strategico-organizzativa. Ne costruisca quella evoluzione che è assolutamente indispensabile. E ne ricavi un nuovo modello di consulenza da proporre sui mercati internazionali.

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