"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 28 maggio 2012

Ma quale realtà?


di
Francesco Zanotti

Non sembra strana questa domanda. Anche perché ha una risposta molto semplice: la realtà che vogliamo. Possiamo costruire la realtà che vogliamo. E’ che vogliamo tenerci la realtà del passato e non abbiamo alcuna idea della realtà del futuro. Ed è questo il vero problema, ma andiamo con ordine.
Ho letto domenica sul Sole 24 Ore un fondamentale articolo di Marco Fortis dal titolo “Anche l’Italia è datripla A”.
Egli propone un punto di vista per guardare alla solidità finanziaria di un Paese, in modo “alternativo”, molto semplice e, secondo me, molto convincente. Egli sostiene che è innaturale usare il rapporto debito PIL per giudicare la solidità finanziaria di uno Stato. Il debito va, innanzitutto, commisurato al patrimonio. Occorrerebbe, quindi, considerare il rapporto “Debt/equity”.
Poi fa due calcoli, anche usando uno studio del Boston Consulting Group, considerando il debito aggregato di famiglie, imprese e Stato. La prima osservazione è che l’Italia ha il secondo aggregato di debito più piccolo dopo la Germania. Cioè siamo il secondo Paese (tra quelli industrializzati) meno indebitato del mondo e già questa è una scoperta non da poco.
Ma poi propone una domanda: quanto occorrerebbe prelevare dai conti dei cittadini che abbiamo depositi superiori ai 100.000 Euro per fare scendere il debito al 180% del PIL. E, qui, si scopre che l’Italia è anche uno dei Paesi più ricchi, considerando anche solo la liquidità. Perché, se poi si considerassero la altre voci patrimoniali (patrimonio immobiliare, artistico e naturale), si scoprirebbe che siamo di gran lunga il più ricco.
Infatti per fare scendere il debito aggregato al 180% del PIL la Germania dovrebbe fare un prelievo solo di  29.000 Euro. Ma subito dopo verrebbe l’Italia con 36.000. Tutti gli altri necessitano di prelievi molto maggiori: 58.000 Francia, 72.000 Regno Unito, 135.000 degli USA,  fino ai 175.000 del Portogallo. Alla Grecia servirebbe “solo” un contributo da ogni cittadino con depositi superiori ai 100.000 euro di 108.000. Cioè: la Grecia è messa meglio degli USA.
Conclusioni ..
Tante. La prima di sollievo: ci hanno detto che eravamo sull’orlo del fallimento ed invece scopriamo che siamo tra i Paesi più ricchi. Il più ricco, in fondo.
La seconda è preoccupata: ma perché il Governo non prende atto di questa realtà e, invece, di chiedere sacrifici non usa questo giudizio di ricchezza per attrarre investimenti nel nostro che è uno dei debiti più sicuri del mondo?
La conclusione di sintesi è quella che ho proposto all’inizio. La realtà economica e sociale ha mille sfaccettature. Chi sostiene di avere il punto di vista “vero” dice una sciocchezza, soprattutto scientifica. Forse non lo fa in malafede … Ma, forse, pensandoci, è anche peggio se lo fa in buona fede perché della difesa di un punto di vista sciocco ne farà una guerra etica.
Di fronte ad una realtà dalle mille sfaccettature è necessario capire che tutte questa sfaccettature sono potenzialità in divenire, con le quali possiamo costruire la realtà economica, sociale, politica, istituzionale e culturale che vogliamo. Possiamo costruire una società opera d’arte.
Allora un preciso suggerimento: perché il Governo non avvia un intenso processo di progettazione sociale di una nuova società in tutte le sue componenti? Perché non avvia la costruzione sociale di un Progetto paese?
E i soldi? Si faccia come gli imprenditori saggi fanno con i direttori finanziari: io disegno il futuro, tu trova i soldi che servono per farlo. Si cerchi e si costituisca un Governo Progettuale. E poi i tecnici facciano da direttori finanziari. Se lo sanno fare …

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