"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

giovedì 12 dicembre 2013

Abbasso la competitività

di
Francesco Zanotti



“Chi non vuole economie competitive?” si chiede Leonardo Maisano sul Sole 24 Ore di oggi. Beh non so voi, ma io comincio a dire che l’espressione “economie competitive” non so cosa voglia dire. Mi piacerebbe che l’Autore dell’articolo cercasse di definire cosa vuol dire questa affermazione che, a suo dire, tutti condividono.
Se poi, per caso, volesse dire “economie dove le imprese cercano competitività”, allora dichiaro che non voglio questo tipo di economie. Non le voglio non per motivi “ideali”: è troppo cruda e brutale la ricerca della competitività, chi ci va di mezzo sono i più deboli e cose simili. Non le voglio perché la ricerca della competitività porta le imprese a perdere la capacità di produrre cassa e, quindi, a fallire. E trascinare nel fallimento le banche e la società tutta.

La competizione è una battaglia che si può solo perdere. Se anche un’impresa raggiungesse un differenziale di competitività sufficientemente alto da riuscire ad aumentare la sua capacità di produrre cassa (qualcuno mi deve spiegare come questo potrebbe essere possibile, però), immediatamente dopo i concorrenti pareggerebbero il conto. Grandi sforzi anche economici di tutti per finire ad essere costretti a giocare l’arma del prezzo che è davvero l’ultimo rifugio di coloro che non sono capaci di intraprendere nuove strade.

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