"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

venerdì 17 gennaio 2014

Ricerca importante con un titolo ingenuo

di
Francesco Zanotti


Mi riferisco ad un articolo apparso sul Sole 24 Ore di oggi a firma Ilaria Vesentini. Tratta di una ricerca (illuminante) condotta dal Prof Stefano Marasca dell’Università Politecnica delle Marche.
Prima l’ingenuità del titolo: Le PMI innovatrici migliorano anche i conti.
Ma, gentile dott.ssa Vesentini, ha senso una innovazione che non migliori i conti? Quel “anche” è la misura di quanto il sistema cognitivo prevalente non riesce a cogliere le origini profonde dei buoni conti. Quasi come se i buoni conti fossero solo un by-product, scoperto per caso, dell’innovazione.
Arriviamo alla ricerca. Il prof. Marasca fa vedere con chiarezza (per i dettagli rimando all'articolo) che non esiste una crisi globale che colpisce tutti inesorabilmente. E’ in crisi chi cerca di vendere sempre le stesse cose. Non è in crisi chi sviluppa nuovi sistemi d’offerta. Insomma, la crisi è auto generata dal cercare di conservare il passato.
Se questo è vero, allora, chi fornisce risorse ad una impresa per finanziare innovazione deve poter giudicare se una innovazione genererà un miglioramento dei conti o no. Occorre un metodo per farlo. Noi l’abbiamo sviluppato: si chiama “Rating Progettuale dei Business Plan”.

In sintesi, occorre che le imprese abbiamo un Business Plan che descriva in dettaglio come, perché quando e quanto una innovazione migliorerà i conti. Chi fornisce risorse finanziarie deve valutare questo Business Plan. Il rating progettuale è lo strumento per farlo.

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