"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

venerdì 14 febbraio 2014

Finalmente, si comincia a capire …

di
Francesco Zanotti


Sul Sole24Ore Paolo Bricco “rivela" dove sta il problema del nostro sistema industriale.
Dal 2008 il nostro sistema industriale ha perso circa 133 Mld di fatturato.
Le ragioni? Riporto letteralmente “ … la prevalenza delle imprese del nostro Paese … ha cercato di contenere il più possibile i ricavi rinunciando spesso a difendere i margini”.
Come dice Bricco, è una logica che rischia di indebolire finanziariamente le imprese: nel 2008 il debito finanziario delle imprese era 0,29 sul fatturato e oggi è 0,35 …
Ma andiamo al di là … E qui l’analisi è mia … Perché le imprese hanno cercato di ridurre i prezzi? Perché a troppe imprese è sembrato l’unica strategia possibile. Ed ancora oggi sembra loro l’unica strategia possibile. Oggi, però non si possono più ridurre i costi dell’impresa e si cerca di ridurre i costi generati dallo Stato. Niente in contrario a cambiare lo Stato, ma occorre cambiare, prima e urgentemente, l’impresa. Quando ci si sente costretti a rincorrere i concorrenti nella riduzione dei prezzi … Dico rincorrere, non diventare più competitivi perché una battaglia di prezzo non può avere vincitori … quando si rincorre i concorrenti sul prezzo significa che, da un lato, quello che vende l’impresa perde di interesse. E, dall'altro, che la stessa impresa non sa immaginare nulla di nuovo.
Questo è il vero problema: la conservazione strategica.

Occorre avviare subito, invece della conservazione, una rivoluzione strategica. Che nasce solo da un salto di qualità nella progettualità strategica. Questo salto di qualità può avvenire solo se si forniranno alla nostre imprese non tanto soldi per sopravvivere (che dovranno essere sempre più soldi per sopravvivere sempre peggio), ma nuove risorse cognitive: nuove conoscenze e metodologie di progettualità strategica. Dobbiamo convincercene: non stiamo vivendo una crisi generata dai mercati finanziari. Noi stiamo vivendo una crisi di progettualità che è, sostanzialmente, una crisi cognitiva.

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