"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

venerdì 4 luglio 2014

Liquidità si o no? Lettera aperta a Morya Longo … e al Sistema bancario

di
Francesco Zanotti


Caro Dottore,
ho letto con attenzione il suo articolo di oggi sul Sole 24 Ore nel quale propone una analisi stringente (e anche brillante, se mi consente) del dilemma a cui si trovano di fronte le Banche Centrali: “sadomonetarismo” (le strette creditizie) o “metadonismo” (generare liquidità a iosa).
Ed è, aggiungo io, un dilemma che somiglia molto a quello, più antico, dell’asino di Buridano: tutt'e due le alternative hanno le loro buone ragioni. E si rimane lì incerti su quale adottare. Rischiando (le imprese) di drogarsi o morire di fame.
Io credo che quando ci si trova di fronte a due poli opposti, ma entrambi attrattivi, è inutile cercare di scegliere. Occorre guardare da un’altra parte, come suggeriva Einstein.
In questo caso occorre guardare al “sottostante” della finanza: l’economia reale.
L’espansione della base monetaria ha senso solo se serve a finanziare lo sviluppo dell’economia.
Ma come si genera lo sviluppo dell’economia?
La nostra opinione, certo eterodossa, è che tocca alle banche. Non certo fornendo soldi (anche), ma conoscenza. Mi spiego.
Le imprese possono superare la crisi solo attraverso progetti di futuro alti e forti che permettano loro di costruire nuovi prodotti ed erogare nuovi servizi che siano ologrammi di una nuova società. Niente di meno.
E come si fa a far sì che le imprese possano dotarsi di questi progetti di futuro alti e forti? Occorre che si forniscano loro nuove risorse cognitive (in particolare le conoscenze e le metodologie di strategia d’impresa) per guardare diversamente il mondo e per saper, poi, progettare un nuovo mondo.
Se le banche non vogliono disperdere in sofferenze le risorse che hanno investito o investiranno, dovranno fornire loro queste risorse cognitive alle imprese. Nessun altro può farlo.
Per altro, anche le banche hanno bisogno di ridisegnare il loro “mestiere”. Rimanendo ancorate solo e soltanto ai servizi finanziari, non riusciranno a sviluppare un nuovo sistema bancario. Aggiungendo ai servizi finanziari, servizi di conoscenza ci riusciranno.
Le banche parlano tanto di “responsabilità sociale”. Ma, poi, finiscono per fare “charity” o mecenatismo. Io credo che la loro vera responsabilità sociale sia quella di trovare il modo di aiutare le imprese a costruire sviluppo.
Nel passato bastava fornire soldi. Oggi è necessario che forniscano anche conoscenza.
Mi piacerebbe molto poter pubblicare sul nostro Blog una sua risposta. Manderemo, poi, questo post ai protagonisti del sistema bancario per raccogliere anche le loro reazioni.
Così ne nascerà un piccolo librettino da mandare ai Responsabili delle Banche Centrali per aiutarle ad uscire dalla scomoda situazione del tipo “asino di Buridano” in cui come lei ha così ben descritto, si trovano.
Grazie ed un cordiale saluto

Francesco Zanotti 

1 commento:

  1. Oggi 29/12/2014 il sig. Longo ha scritto sul Sole 24 ore commentando del calo dei tassi dei titoli italiani:
    Il mondo sembra girare alla rovescia: più uno Stato si indebita, più il mercato lo premia.
    Commento: Ha studiato recependo passivamente il "pensiero unico" liberista. Non ha quindi capacità critica delle cose che dice.Voto 0.

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