"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 2 febbraio 2015

Crisi risolte? Politica della progettualità?

di
Francesco Zanotti


Un articolo di Dario Di Vico su “Corriere Economia” tratta del tema delle crisi d’imprese risolte dalla “Task Force” denominata “Struttura crisi d’impresa” del MISE.
La domanda chiave che pone lo stesso Di Vico è: si tratta di soluzioni palliative o di rilanci definitivi?
Per rispondere alla domanda occorrerebbe dare una occhiata ai Business Plan che descrivono il progetto di rilancio. Ma di Business Plan non si parla né nel testo di Di Vico, né nelle interviste dei due esperti: uno che esprime un giudizio favorevole ed uno un giudizio dubbio.

Esiste, però, una indicazione preziosa nelle parole di Claudio De Vincenti: “In molti casi il confronto con governo e sindacati consente di scoprire opportunità che l’imprenditore non aveva individuato da solo.”
A mio avviso queste parole possono essere l’embrione di una possibile politica industriale: il salvataggio delle imprese passa da una rivoluzione delle loro identità strategica. E il ruolo del Governo è quello di guidare il processo di progettazione che porta a questa ridefinizione strategica.”.
Se davvero fosse questa la politica intrapresa dal Governo sarebbe una scelta lungimirante.

Sorgono, però, alcun domande.
La prima riguarda le risorse cognitive.
Gli attori di ogni attività progettuale utilizzano per svolgere questo compito le risorse cognitive di cui dispongono. Per riprogettare l’identità strategica delle imprese servono conoscenze e metodologie di strategia d’impresa. Quali sono quelle che il Governo mette a disposizione dei suoi funzionari e dei sindacati che, ovviamente, non possono disporre autonomamente delle conoscenze e delle metodologie di strategia d’impresa più avanzate?
La seconda riguarda il processo di progettazione: quali sono le metodologie progettuali che il Governo utilizza?
La terza riguarda il modello di Business Plan che è il documento che  sintetizza il risultato del lavoro progettuale: quale modello di Business Plan viene utilizzato? Tiene conto dello stato dell’arte internazionale delle conoscenze e della metodologie di strategia d’impresa?
La quarta riguarda l’importanza di un giudizio “terzo”. E’ disponibile il Governo a fare valutare la qualità dei Business Plan sviluppati usando avanzate metodologie di Rating dei Business Plan?
Secondo il mio modesto avviso, senza la risposta a queste domande è impossibile un giudizio sulla efficacia dei processi di salvataggio realizzati.  
Solo dalle risposte a queste domande si può capire se realmente il Governo ha in mente una nuova politica industriale che non sarebbe né dei settori, né dei fattori, ma della progettualità.


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