"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 27 luglio 2015

Business Plan e governance strategica

di
Francesco Zanotti

Aumentano i rischi …
Dobbiamo ammettere che stanno aumentando i rischi che una impresa deve affrontare.
In termini generali, si percepisce un aumento della turbolenza ambientale dalla quale possono emergere improvvisi, pervasivi e gravi rischi al buon funzionamento dell’impresa. Fino a comprometterne l’esistenza stessa.
In termini specifici, possiamo citare i tradizionali rischi di mercato e di comportamenti fraudolenti.
Ma dobbiamo citare anche rischi che derivano dall’ostilità degli stakeholder esterni, da una Magistratura sempre più (non intendo esprimere giudizi di valore, ma solo rilevare un fatto) interventista, fino ai comportamenti degli stakeholder interni che possono “fraintendere” le direttive strategiche.

... quindi aumentano le esigenze di controllo …
Ad un aumento dei rischi si cerca di contrappore uno sforzo di individuazione, misurazione, gestione e monitoraggio, come recita (pag. 31) il Codice di Autodisciplina delle Società dell’indice FTSE Mib di Borsa Italiana. Lo sforzo sta diventando tanto più intenso quanto più i rischi sono improvvisi, pervasivi e gravi.

… ma si sta arrivando ad un punto di rottura!
Purtroppo si sta arrivando ad un punto di rottura perché i rischi sono sempre più esiziali (minacciano la sopravvivenza dell’impresa) e le risorse dedicate al controllo di questi rischi aumentano sempre di più, purtroppo perdendo di efficacia.

Sembra che le imprese stiano vivendo una situazione di crescente impotenza alla quale non si riesce a porre rimedio.

Da rischi a potenzialità
Come sempre quando ci si trova in una situazione di impasse (lo diceva anche Einstein) è perché si guardano le cose da un punto di vista errato. Per uscire dall’impasse occorre guardare le cose da un altro punto di vista.
Proviamo a descriverlo, seppure a grandi linee.
I rischi non sono una maledizione che emerge dall’esterno dell’impresa. Sono, invece, generati dalle strategie delle imprese.
Infatti, oggi l’ambiente è caratterizzato da un emergere di quasi infinite potenzialità che richiedono alle imprese cambiamenti radicale nei “mestieri” (Business Unit) che esercitano. Se le imprese non cambiano i mestieri che attualmente le impegnano, queste potenzialità si trasformano in minacce.
Un solo esempio: le banche. Esse non possono più fermarsi ad una valutazione patrimoniale economica e finanziaria, ma devono passare ad una valutazione strategica. Di più devono fornire servizi di progettualità strategica perché le imprese riescano, (anche loro e da sole non ci riescono) a cambiate i mestieri che attualmente le impegnano.
Detto diversamente, non basta che forniscano risorse finanziarie, devono fornire anche risorse cognitive. Si tratta di una opportunità per una nuova ed inedita area di servizi. Se le banche non la sfruttano, si trasforma immediatamente in una minaccia: scompaiono le imprese clienti.

Da controllo a progettualità
Se così è, allora l’attività fondamentale di Governance non è il controllo, ma la progettualità.
Più precisamente, occorre cercare e generare potenzialità di futuro. E, poi, riprogettare le attività Fondamentali (le Business Unit) delle imprese.
Ma, così facendo, ci si garantisce anche dai rischi generati da stakeholder esterni ed interni ed esterni? La riposta è: sì se le imprese attuano una progettualità sociale alla quale partecipano sia gli stakeholder esterni che interni.

Governance è redigere aggiornare nel continuo Business Plan
Per attuare una progettualità sociale occorre attivare una redazione partecipata del Business Plan dell’impresa.
In questo modo esso costruisce un Patto per lo sviluppo con tutti coloro che hanno partecipato alla sua redazione.
Il Business Plan è il contratto che formalizza questo patto. Ovviamente si sentiranno obbligati a rispettarlo solo coloro che avranno partecipato a scriverlo. Gli altri (dagli Attori Sociali alla Magistratura) si considereranno liberi di sindacare l’attività dell’impresa quando, come e dove vogliono.
Il Business Plan dovrà essere considerato un’opera d’arte da tutti coloro che avranno partecipato a realizzarlo. La sua forma sarà anche sostanza: dovrà essere mostrato con fierezza ed essere letto con passione.




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