"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

domenica 5 giugno 2016

Costruire sviluppo come... le metropolitane

di
Luciano Martinoli


La costruzione della recente metropolitana di Napoli ha avuto alterne vicende. In particolare il cantiere della stazione di Piazza della Borsa è rimasto aperto per molto più tempo del previsto. Si dice che un anziano signore abitante della zona, evidentemente stufo del disagio causato dai lavori e dalle continue previsioni sbagliate di apertura della stazione, un giorno si sia presentato presso il cantiere chiedendo del responsabile. Al capo cantiere l'arzillo signore pare abbia chiesto: "Scusate ma 'sta metropolitana la state facendo o la state cercando?"

Le recenti notizie, da questa come dall'altra parte dell'oceano (dati su occupazione USA e Italia), sui risultati altalenanti sull'economia a dispetto delle numerose e articolate iniziative dispiegate in tutti questi anni, rendono legittimo un analogo interrogativo: ma lo sviluppo lo state costruendo o lo state cercando?
Il timore, sempre più evidente, è che le classi dirigenti, tutte: da quelle politiche a quelle economiche e finanziarie, non abbiano minimamente compreso che lo sviluppo (o ripresa, o nuova economia, o uscita della crisi o quel che dovrà essere) non va "cercato" perchè non vi è nulla da cercare, come la metropolitana nel sottosuolo di Napoli, ma costruito. Questa costruzione non va fatta "dall'alto", con iniziative di sistema che al più possono essere necessarie ma, come l'evidenza dimostra dal 2008, assolutamente insufficienti, ma dal basso. Ogni picconata di ogni singolo operaio è importante per costruire una metropolitana, così come l'operato di ogni azienda è importante per costruire, o rimandare, la costruzione di un futuro sviluppo.

Chi, e sopratutto come, controlla che le attività delle aziende, a cui pure vengono dati supporti e benefici, siano nella direzione giusta (quella di costruire sviluppo per tutti) invece di quella sbagliata (perpetuare solo la propria stentata esistenza)?

Arrivati a questo punto bisogna ammettere la notevole impreparazione a riguardo da parte di tutti, come rileva recentemente anche il New York Time . Addirittura la stampa, che storicamente si arroga il diritto di "controllare" il potere, in questo preciso frangente storico pare abbia rinunziato a questa sua funzione, limitandosi a benedire, o criticare, iniziative di ricerca invece di richiedere a gran voce quelle di costruzione.


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