"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

venerdì 16 settembre 2016

Il Rapporto del Centro Studi Confindustria. E se si dovesse guardare da un’altra parte?

di
Francesco Zanotti
Stamattina il Sole 24 Ore parla diffusamente dell’ultimo Rapporto del Centro Studi Confindustria.
Contiene molte osservazioni ragionevoli, ma nell’attuale contingenza rischiano di essere frenanti. Nascondono il problema di fondo.
I cardini della loro proposta sono investimenti, produttività e finanza.
Sembrano ragionevoli, ma …
Se si vuole aumentare la produttività del lavoro diminuendo i costi si scatena solo una gigantesca battaglia di prezzi che non costruisce spesso sviluppo. Se, invece, si vuole giocare sul numeratore (il valore prodotto) allora servono progetti di sviluppo alti e forti che non si vedono. L’industry 4.0 non è un progetto. E solo una proposta di efficienza ed efficacia produttiva che rimane isolata nella dimensione tecnica perché nessuno di quelli che se ne occupano sembrano rilevarne le dimensioni sociologiche e antropologiche. Insomma: immettiamo tecnologie (ovviamente digitali) a iosa. Poi se avremo problemi ad implementarle e continueremo a produrre qualcosa che nessuno vuole più … beh, pazienza. Chiederemo altri sussidi statali. Abbiamo invece bisogno di progetti altri e forti che contengano in nuce (che siano ologrammi) di una nuova società.
La finanza deve aiutare di più le imprese. Il CSC denuncia ad esempio che le banche hanno ridotto i prestiti. Ma torniamo al discorso di prima. Il problema non è trovare soldi. Il problema è rispondere alla domanda: che te ne fai. I guai che nascono dal non chiedere cosa te ne fai o accettare come risposta un Business Plan che non sia solo fogli excel sono dimostrati, in generale, dal crescere delle sofferenze. Più in particolare dal caso Minibond che viene raccontato da Luciano Martinoli.
Se poi parliamo di sgravi fiscali, riduzione del costo del lavoro etc., allora siamo proprio morti. Compito delle imprese è quello di generare risorse per gli azionisti e per la collettività. Prima di ridurre le aliquote che le imprese esibiscano tanti utili da poterlo permettere. Ricordo l’orgoglio di un amico imprenditore: “il Commercialista mi dice che posso tranquillamente usare l’auto intestata all’impresa senza problemi. Ma io ho voluto che quel benefit fosse esibito nella mia dichiarazione dei redditi perché ci voglio pagare le tasse sopra.”. Io credo che molti imprenditori abbiano questo spirito. Ma non sono più in grado di sostenerlo. Non li aiuteremo nascondendo il problema fondamentale: non dobbiamo costruire sopravvivenze sempre più stentate che chiedono sempre più sussidi. Dobbiamo rivitalizzare le imprese con una progettazione strategica alta e forte. 
Cari imprenditori, immaginate un nuovo mondo. Solo così farete soldi per voi e per la collettività.


Nessun commento:

Posta un commento