"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

giovedì 8 dicembre 2016

L’innovation Hub del Corriere: la “summa” del pensiero mainstream

di
Francesco Zanotti

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Oggi il Corriere della Sera propone due paginate di sintesi dei risultati dell’Evento conclusivo (Innovation Hub) di Corriere innovazione. Per descriverne la caratteristica fondamentale è necessario usare un ossimoro: innovazione mainstream. Il lettore consideri questo post una naturale continuazione di quello pubblicato ieri da Luciano Martinoli.

Per essere più espliciti: sono state presentate le innovazioni che tutti conoscono. Non vi è nulla che non sia già stato detto o scritto.
Ma c’è qualche innovazione importante che ancora non è apparsa? Sì!
Proviamo brevemente a indicarne qualcuna. Certo questo post non sarà esaustivo. Molto si può trovare nell’insieme dei nostri post che sono un Hub di innovazione profonda e transdisciplinare. Molto di più si può trovare in mille altre fonti.
  
Innanzitutto il Corriere propone “Sei ambiti di studio in cui l’Italia può fare la sua parte”: le banche, Mobilità, Economia circolare, Industria 4.0, Energia e Biotecnologie.
Allora proviamo, innanzitutto, ad aggiungere altre aree. Caro lettore, davvero questo “aggiungere” non esaurisce certo tutte le aree possibili. Anzi invito i lettori a completarle.
Ecco le aree che mi stanno a cuore.

La prima è quella delle infrastrutture. L’Italia può proporre un modello di progettualità sociale dei sistemi infrastrutturali al resto del mondo.

La seconda è quella della ricerca nelle scienze umane. Esse, dalla psicologia, all’antropologia, passando per la sociologia, stanno subendo una crisi da specialismo che le frammenta al loro interno e le rende incomprensibili ed inutilizzabili all’esterno. L’Italia può diventare il luogo antropologico dove si sviluppa un nuovo patrimonio di scienze umane che superano specializzazioni e suggeriscono nuove conoscenze e metodologie per la comprensione e il governo dei sistemi umani.

La terza è quella della ricerca fondamentale nelle scienze della natura. Sta diventano ovvio che anche tutte le scienze naturali hanno bisogno di una nuova rifondazione che solo quella terra di mezzo tra mille mondi, materiali e imaginali, può avviare.

Arriviamo poi alla sei aree previste dal Corriere.
Caro lettore purtroppo non mi posso che limitare a battute …

Le banche.  L’innovazione fondamentale che devono compiere non è nel mondo retail. Ma nel mondo Corporate. E’ il rapporto con le imprese che va ridisegnato. Le banche non devono limitarsi a fornire solo risorse finanziare, ma anche conoscenze e servizi per riprogettare l’identità delle imprese. Socialmente le banche devono piantarla di dire che dipendono dall’andamento dell’economia. Devono iniziare a capire che devono diventare le stimolatrici della progettazione di una nuova economia.

L’energia. Mi rendo conto che il discorso è molto difficile in un breve spazio, ma ci provo. E’ necessario discutere delle modalità di produzione. Faccio un solo esempio: l’energia da fusione nucleare. Forse sarebbe possibile ottenerla con processi locali a bassa energia e non delegare a macro macchine miliardarie che, invece di diventare utilizzabili rimandano sempre ad una nuova generazione di macchine ancora più macro. E, poi, è necessario fare un discorso molto di fondo sull’energia ... In pratica noi usiamo solo energia elettrica, anche quella di fonte nucleare diventa poi energia elettrica. E tutto questo fa parte del 5% di “cose” conosciute … Possibile che nell’altro 95% non ci sia niente di utile? Dopo tutto parliamo di energia e materia (che poi è energia) anche se oscure …

Mobilità ed economia circolare. Metto insieme queste voci perché gli attori che si occupano di queste due aree hanno lo stesso problema: il senso. Credo che non basti trovare modi nuovi di produrre gli oggetti di oggi. Credo che sia necessario immaginare un nuovo modello di società che riconsideri gli oggetti materiali nel loro ruolo strumentale e non più come strumento (comprandoli ed usandoli) come strumenti di auto realizzazione.

Industria 4.0

Biotecnologie
Credo che le sfida più rilevante riguardi la visione sistemica e non riduzionistica dell’essere umano. Non basta parlare di personalizzazione, occorre anche dire chi è questa persona nella quale si interviene.
Ed allora le biotecnologie hanno grande bisogno di una ricerca fondamentale innovativa che permetta di vedere i sistemi biologico come sistemi auto evolutivi dei quali favorire i processi di evoluzione.



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