"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 1 maggio 2017

Gabetti, Mattioli e il Business Plan: una lezione di futuro

di
Francesco Zanotti


Ieri Il sole 24Ore ha pubblicato un’intervista a GianluigiGabetti che mi ha molto colpito. Ho scoperto che il mitico banchiere Raffaele Mattioli avrebbe buttato a mare tutti i Business Plan ridotti a slide Power Point. Mattioli faceva parte di una generazione di uomini saldamenti immersi nella conoscenza e costruttori di sviluppo. Sono seguite altre generazioni che sono rimaste estranee sia alla conoscenza che allo sviluppo. Allora davvero il futuro sviluppo passa per il recupero della conoscenza. Questo è il nostro messaggio per il primo maggio.

Gianluigi Gabetti è conosciuto soprattutto per essere stato uno dei partner Storici dell’Avvocato Agnelli. Ma la sua carriera è iniziata, prima alla Comit (di Raffaele Mattioli), poi è proseguita con la Olivetti di Adriano e solo dopo la Fiat (IFI). Lascio al lettore il piacere di leggere direttamente l’intervista e mi fermo solo su di un passaggio che è l’oggetto di questo post. Prima di lasciare la Comit Gabetti incontra Mattioli che lo esorta “Vai a lavorare con Adriano” e poi gli suggerisce “impara a stendere le relazioni di bilancio”. A questo punto Gabetti ricorda “Non sono mai riuscito a stendere relazioni di bilancio, come le avrebbe fatto lui: le relazioni della Comit erano capolavori letterari, densi di citazioni e di richiami culturali altissimi.”
Se un grande uomo ha un grande progetto lo scrive per chiarirlo a sè stesso e per condividerlo con gli altri. E il suo “scritto” è un capolavoro. Ai tempi di Mattioli il momento espressivo più alto non potevano essere che le relazioni di bilancio. Oggi dovrebbero essere i Business Plan. Ma non ha importanza in quale documento si scrive il progetto di futuro di una impresa. Quello che importa è che i progetti di futuro non siano banali, ma alti e forti. Oggi sono purtroppo file Power Point, o isole di genericità in un sito web, che non solo non destano emozione ed ammirazione, ma solo assolutamente tutti uguali: descrivono imprese e banche tutti in fila appassionatamente, verso una disastrosa competizione di costo. File Power Point e siti web che, la banalità si accompagna sempre alla sciatteria, in molti casi non hanno neanche una decente qualità editoriale (leggi: errori di stampa. Ad esempio).
Anche la tecnologia viene banalizzata: è solo considerata il nuovo giocattolo per giocare la carte dell’efficienza esasperata di che cerca di abbassare continuamente il prezzo non comprendendo che il non acquisto non è una scelta di risparmio, ma una scelta di vita: non interessano più el “cosa in vetrina”.
Chi volesse esempi di questo “nulla al potere” rilegga il post, precedente a questo, a firma di Luciano Martinoli.
La ragione di questa povertà nasce dalla povertà del sistema di risorse cognitive di chi li redige. Come la ricchezza delle relazioni di Mattioli dipendevano dalla ricchezza del suo patrimonio di risorse cognitive.
Conclusione: davvero non si può pretendere di fare il top manager ed essere ostinatamente estranei alle nuove conoscenze che emergono in società complesse. Comprese quelle strettamente professionali costituite dalla metodologie e dalle conoscenze di strategia d’impresa.
Mi piace scrivere queste cose oggi primo maggio. Perché onorare il lavoro significa soprattutto
costruire progetti di sviluppo alti e forti.

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