"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

venerdì 12 maggio 2017

Il nuovo documento “To whom who might concern”: La strategia è una scelta filosofica

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per To whom who might concern

La strategia non è una scelta obbligata dall’ambiente esterno all’impresa. E’ una scelta cognitiva profonda, che definisco filosofica. Poi viene giustificata come “imposta”, ma non è vero: le imprese possono fare la scelta che voglio. Solo devono essere consapevoli delle conseguenze … Riportiamo qui il testo, prima di renderlo disponibile come .pdf.


Ogni progetto strategico è ispirato, spesso inconsapevolmente, ma sostanzialmente, non su di un calcolo economico, ma su di una scelta filosofica a priori.
E’ solo all’interno di questa scelta che poi si fanno calcoli economici.
Mi spiego.
La scelta filosofica riguarda come l’essere umano considera l’ambiente esterno a se stesso e come si vuole relazionare con questo ambiente esterno.

Le opzioni che riguardano l’ambiente sono due. La prima: l’ambiente è dato e su di esso non posso intervenire. La seconda: l’ambiente è fatto di potenzialità che aspettano solo un autore che le attualizzi.
Le opzioni che riguardano il modo di relazionarsi con l’ambiente sono pure due: l’essere umano vuole essere attivo o passivo nei confronti dell’ambiente?

Allora le possibili scelte filosofiche che stanno a monte di ogni progetto strategico, a fondamento inconsapevole di ogni Business Plan, sono quattro.

La prima scelta filosofica: l’ambiente è fatto di potenzialità e voglio giocare un ruolo attivo. E’ quello di attualizzare, insieme agli stakeholder che mi scelgo, qualcuna di questa potenzialità. Definisco questa scelta “imprenditoriale”. E’ la scelta filosofica che hanno fatto tutti gli imprenditori di successo.

La seconda scelta filosofica: l’ambiente è fatto di potenzialità, ma io non riesco ad avere un ruolo costruttivo e sociale. Mi limito ad immaginare solipsisticamente tanti mondi possibili, ma rimangono storie senza concretezza. Definisco questa scelta “dei mondi virtuali”. E’ la strada velleitaria della comunicazione che cerca di ridare senso a contenuti stantii con la forma. E’ la strada di troppe start-up che pensano che basti ruminare tecnologia per costruire nuovi mondi.

La terza scelta filosofica: l’ambiente è dato. Quindi cerco di conoscerlo ed usarlo. Le parole d’ordine sono: qualità e competitività. Definisco questa scelta “manageriale”.

La quarta scelta filosofica: l’ambiente è dato. Mi accodo a coloro che vogliono usarlo e cerco di fare il mio mestiere dignitosamente. E’ la strada, personale, di chi cerca definite collocazioni organizzative. E’ la strada di tante imprese che cercano catene del valore nelle quali collocarsi. Definisco questa scelta “burocratica”.

In realtà, poi, esiste anche la scelta nichilista: Io so fare alcune cosa. Tocca agli altri fare in modo che io possa farle in santa pace: E’ la via di tutte le imprese che sono convinte di poter vivere solo di sussidi.

Le diverse scelte filosofiche, come dicevo all’inizio, si portano dietro scelte operative delle quali è possibile immaginare i risultati ottenibili.
Se adottate una strategia imprenditoriale riuscirete ad aumentare i flussi di cassa.
Se adottate una strategia manageriale un po’meno.
Se vi accontentate di fare efficienza, proprio per nulla.
Ma quale scelta filosofica è oggi possibile?

Ovviamente tutte: una scelta filosofica è proprio una scelta personale. Potete scegliere l’atteggiamento filosofico che volete. L’importante è conoscerne le conseguenze.

Esempio: le banche hanno fatto una scelta un atteggiamento burocratico-efficientista. Attendiamoci le conseguenze di questo atteggiamento: vedranno intorno a loro un ambiente sempre più ostile e vivranno solo grazie a continui aumenti di capitale. Potrebbero fare un’altra scelta; ad esempio, una scelta imprenditoriale? Certo … se volessero.

Nessun commento:

Posta un commento